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Racconti brevi

Perdente

L’uomo lascia che ogni goccia bollente cada con violenza sulla sua testa. Inizialmente, ha regolato il miscelatore affinché il calore lo avvolgesse in un abbraccio materno e consolatore. Poco per volta, tuttavia, ha ruotato sempre più la manopola verso sinistra affinché il piacere si trasformasse in sofferenza, il conforto in castigo.

Già, perché sente una disperata urgenza di punirsi per il proprio fallimento. Rincorre lo stesso obiettivo ormai da anni, mancandolo con consumata costanza in modi spesso tragicomici, che hanno attirato nel tempo l’ilarità di colleghi ed amici.

La sua dolce, amata metà riposa beatamente ormai da un’ora. Ha provato ormai tante volte a convincerlo che non valesse la pena di struggersi fino a quel punto. Ora si è semplicemente rassegnata, lasciandolo solo a cercare di lavare via il fallimento che trasuda dai pori della sua pelle rovente.

In fondo, lui è stato più volte sul punto di cedere, dando retta a lei o ad altre persone di cui sentiva di potersi fidare. In alcune occasioni aveva iniziato ad informarsi seriamente per cambiare completamente strada, puntando verso traguardi meno stimolanti ma più facilmente raggiungibili. Alla fine, però, era sempre tornato sui suoi passi, e probabilmente avrebbe fatto lo stesso quella sera. Perché?

Perché quella era la vita che aveva vissuto suo padre prima di lui. Entrambi l’avevano nel sangue, e quando si assomiglia così tanto al proprio genitore, non è possibile fingere di poter diventare qualcun altro solo perché si decide di cambiare. La trasformazione deve essere profonda, deve includere le solide radici che ci ancorano alle nostre competenze civili, sociali, politiche… Può riuscirci un ventenne, ma a quarant’anni si tratta di una salita decisamente troppo ripida.

Esce dalla doccia. Mentre si asciuga, continua a scuotere la testa ripensando all’ultima, cocente delusione. Quell’uomo che non si dà pace si guarda nello specchio ammantato dall’umidità, scorgendo il profilo del suo vecchio.

«Gli anni iniziano a passare anche per me. Guarda che razza di peli bianchi mi stanno spuntando nella barba. Maledetto fallito.»

Incolpa infatti della sua canizie lo stress unito al mancato appagamento. Se almeno una volta ogni tanto avesse potuto sentirsi orgoglioso della strada che ha intrapreso, probabilmente ora sarebbe ancora perfettamente castano. Anche perché, siamo sinceri, il modo in cui la sua barba si sta imbiancando è tutt’altro che intrigante, come capita invece a molti altri uomini più fortunati di lui.

Indossa il pigiama ed esce dal bagno, accostando delicatamente per non svegliare sua moglie.

Si sposta in sala per spegnere le luci. Qui vede sul tavolino di fronte al divano la sua bottiglia di whiskey con il bicchiere sporco. Li raggiunge per ripulire, per quella sera ha compensato a sufficienza la tensione con l’alcool.

Quasi istintivamente, accende la televisione. Gli sembra dolorosamente corretto aggiornarsi sull’entità del suo ultimo, frustrante buco nell’acqua.

La voce del telecronista che giunge alle sue orecchie ha un tono insolitamente sostenuto, considerato che lui ha spento non appena la sua squadra ha subito il terzo gol.

«Attenzione, calcio d’angolo a venti secondi dal termine. Un finale incredibile: dopo l’annullamento del terzo gol del Bayern, la Juventus ha rimontato fino al pareggio ed ora ha un’ultima occasione prima dei supplementari per portare a casa la sua terza Champions League.»

Il telecomando gli cade di mano. Ha abbandonato i suoi beniamini, distrutto dal peso dell’ennesimo fallimento, ed ora li trova ad un passo dal trionfo. Si sposta a tre spanne dal televisore. La tensione che si era impegnato a sostituire con un profondo sconforto, torna a salire a livelli vertiginosi, mentre la palla inizia la sua traiettoria verso l’area.

«Colpo di testa… Rete! Rete! All’ultimo secondo, la Juventus diventa campione d’Europa per la terza volta nella sua storia!»

In ginocchio ed in lacrime dopo aver urlato tutta la rabbia e la frustrazione accumulate in anni di cocenti delusioni, l’uomo non perde un’istante: chiama suo padre, e nella loro sintonia capiscono di aver raggiunto quella fetta di paradiso a cui solo la passione sportiva può permettere di accedere.