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Racconti brevi

Una foglia nel vento

Una foglia di castagno danza nel vento per portare un distacco dalla realtà.

La foglia di castagno volava sospesa dal tiepido vento di fine primavera.

L’uomo in giacca e cravatta le sfilò di fianco con passo celere. Non aveva tempo da perdere: avrebbe dovuto raggiungere l’ufficio entro dieci minuti per prendere parte ad un’importante riunione. A dire il vero, non era poi un incontro così importante. Lo era tuttavia per il suo capo, e lui non aveva intenzione di deluderlo.

Si sentiva a disagio, perché il sole iniziava a farlo sudare e non avrebbe avuto occasione di sistemarsi prima di presentarsi davanti al responsabile, in diretta video con dei potenziali clienti.

All’improvviso, la foglia passò davanti al suo volto. Al naso dell’uomo giunse inattesa la fragranza di un bosco di montagna. Lui rallentò il passo, mentre un ricordo affiorava sulla superficie della sua mente concentrata sugli argomenti della riunione.

Quando era successo? Dovevano essere passati almeno vent’anni, forse di più. All’inizio dell’università aveva conosciuto una ragazza di cui si era follemente innamorato, ed era certo che lei lo ricambiasse. Amavano passeggiare in montagna, tra boschi e vallate, scrutando speranzosi gli spazi di fronte a loro con un cannocchiale per scorgere qualche animale selvatico. Avevano riso molto e si erano divertiti, ma soprattutto avevano pensato di non poter fare a meno l’uno dell’altra.

Poi, finita l’università l’uomo aveva imboccato una carriera piuttosto ambiziosa, seminando la ragazza che si era sentita trascurata e sottovalutata. Fra di loro era finita per motivi futili come l’impiego ed il desiderio di fare carriera, certo non per la ricerca di una felicità che lui avrebbe più facilmente trovato fra le sue braccia.

A distanza di tanti anni, l’uomo sentiva il desiderio di rivivere quelle emozioni. Si fermò, chiamando in ufficio per comunicare che si era sentito poco bene lungo la strada. Tornò all’automobile, che accese e guidò in direzione delle montagne. Qui prese una stanza d’albergo, si cambiò con quello che aveva recuperato di corsa da casa e si diresse verso gli spazi poco battuti che lo circondavano. Dopo un paio di giorni di girovagare, incontrò casualmente la donna della sua vita, che proprio poche settimane prima era uscita dal suo deludente matrimonio.

«Ti andrebbe di riprovarci? Ho capito di essere stato uno stupido, e che non mi interessa di null’altro che di te, e di questo meraviglioso ambiente che ci circonda.»

Se la donna accettò oppure si mostrò restia a riprendere una relazione con lui, non lo sapremo mai, perché in fondo è un’altra storia.

Ciò che più conta è che la piccola foglia di castagno continuò la sua corsa ondeggiante lungo le strade, finché non arrivò sul davanzale di una madre. Come in un cartone animato americano, lei stava depositando proprio lì una torta di mele. Era il dolce preferito da suo figlio, che tuttavia se n’era andato via furibondo dopo una discussione con i genitori.

La madre era preoccupata, perché il ragazzo non si era mai arrabbiato con loro fino a quel punto. Se n’era andato sbattendo la porta, ed in quel momento non era dato sapere dove fosse andato a cacciarsi.

La donna notò la perfezione di quella foglia, e decise di conservarla. Lei tuttavia volò via, delicatamente ma con decisione.

La donna non si perse d’animo: uscì sulla veranda per rincorrerla, e da lì in strada. Fatti una cinquantina di metri all’inseguimento di quell’appendice vegetale, la madre si fermò: il figlio era lì, solo, appoggiato ad un albero mentre rifletteva tra sé.

«Cosa fai qui? Pensavo fossi corso dai tuoi amici.»

Il ragazzo vide la foglia danzare armoniosamente davanti ai suoi occhi, distraendosi e perdendo qualsiasi intento combattivo.

«Non ne ho voglia, e non mi va di litigare con te, soprattutto per motivi così sciocchi.»

«Dai, torniamo a casa: ho appena sfornato una torta di mele.»

«La mia preferita! Grazie, mamma!»

Madre e figlio tornarono insieme in casa, prendendosi bonariamente in giro per quella pseudo-litigata, ormai dimentichi di chi o cosa li avesse fatti incontrare.

La foglia non se la prese e proseguì il suo viaggio.

Giunse infine a danzare intorno ad una bambina di otto anni. Questa giovane donna stava vivendo una giornata molto difficile, una di quelle che restano scolpite a lungo nella memoria di una persona.

In quel momento era sola, seduta su di una panchina in un piccolo parco a pochi passi dal cancello di casa sua. I suoi coetanei le erano passati davanti più volte, invitandola a giocare tutti insieme per distrarla dalle ragioni che la rendevano triste. La giovane aveva rifiutato: sentiva il bisogno di vivere a fondo la sua malinconia, respingendo l’idea di poter ridere gioiosamente proprio in quel momento.

La foglia volò verso di lei proprio quando l’ultimo dei suoi compagni di gioco aveva girato l’angolo per tornare verso casa, lasciandola completamente sola. La piccola appendice di un albero abbandonato tempo prima si appoggiò delicatamente sul suo naso, mentre la bambina aveva lo sguardo rivolto verso il basso.

«Ma… Che cos’è?», disse stupita ed un po’ preoccupata.

La foglia si sollevò di nuovo, tornando però subito verso di lei a solleticarle delicatamente il naso. La bambina rise delicatamente, sorpresa per quell’effetto così piacevole. Sembrava quasi che una mano invisibile si fosse impossessata del picciolo.

La giovane donna afferrò saldamente la foglia e la guardò, studiandola con attenzione. Non notò nulla di particolare, sembrava una comunissima foglia. Eppure…

Eppure, quel tocco delicato le aveva restituito il sorriso. Certo, la malinconia non era del tutto scomparsa, come avrebbe potuto essere altrimenti? Aveva tuttavia acquisito nuovamente il desiderio di distrarsi, di fuggire da quella tristezza che si era impossessata di lei.

Infilò la foglia in una tasca ed iniziò a giocare da sola. A lei si aggiunsero poco per volta altri bambini, finché non arrivò l’ora di rientrare in casa. Qui, la piccola si fece dare un libro dalla mamma, ed all’interno di una pagina che le sembrava più importante delle altre mise quella magica foglia ad essiccare. Decise che sarebbe rimasta con lei per sempre, e che ogni volta in cui avesse sentito il bisogno di recuperare il sorriso, avrebbe aperto quella pagina del libro per ripensare al giorno in cui quel piccolo miracolo della natura aveva spazzato via la sua tristezza.

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